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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 53. Grandi musei, grandi ampliamenti
16/06/2016
In primo piano questa settimana, gli ampliamenti del MOMA a San Francisco e della Tate Modern a Londra presentano punti comuni ma anche dissonanze. Entrambi "sparigliano": ovvero, confrontati a preesistenze vistose e "impegnative" (perché massicce e profondamente connotate), ragionano per asimmetrie e rotture (tipologiche e distributive) piuttosto che per analogie. Poi, invece, la nuova Tate cerca il dialogo nei linguaggi e nei materiali, puntando sull'iconicità e la forza del segno ex novo, mentre il nuovo MOMA persegue un suo discorso linguisticamente autonomo, fornendo un'indicazione a livello urbano (ovvero l'opzione d'una demolizione degli edifici antistanti per esaltarne la percezione della mole).
E mentre sul lago d'Iseo, nel Bresciano, tutti paiono spasimare per l'incipiente installazione «Floating Piers» dell'artista Christo (dal 18 giugno al 3 luglio; tranquilli, ce ne occuperemo la prossima settimana!), ci avviciniamo al tema del paesaggio guardando da un lato alla raffinata quanto esclusiva opera di Pietro Porcinai (attraverso una mostra, visitata in parallelo a quella su Gae Aulenti), e dall'altro puntando a quello alpino attraverso gli esiti di un esordiente quanto interessante Premio, le cui implicazioni vanno ben oltre l'aspetto tecnico-materico del progetto.
La stessa visione "politica" è sottesa alla lettura di Andrea Mariotto il quale ritorna, applicandovi tale filtro, su quanto presentato nel Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Alla rassegna veneziana continuiamo a dedicare un cospicuo spazio attraverso opinioni, videocommenti e recensioni around (qui trovate l'intero compendio).
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