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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 102
13/07/2017
Questa settimana apriamo una finestra sul Medioriente, per scoprire che anche nella laica e occidentalizzata Beirut, per quanto concerne la trasformazione urbana si sta piangendo sul latte versato dei modelli omologanti di city districts, downtown e shopping malls a discapito delle preesistenze ambientali (e nonostante la firma di un progettista raffinato come Rafael Moneo nel tentare di richiamare le atmosfere del suq); forse, una strada per recuperare un senso d'identità sta nel plasmare lo spazio pubblico, come ci racconta Giulia Annalinda Neglia.
A Dresda, invece, con l'acqua sporca non è stato buttato via anche il bambino; così, il recupero del Kulturpalast restituisce ai cittadini uno spazio sontuoso ma senza nostalgie di ancien regime, dove il progetto (grazie a un'accorta committenza) opera sul fronte del restauro e non su quello della restaurazione (di un "ordine" fortunatamente perduto, come il socialismo della DDR).
E mentre Vi proponiamo altre due puntate dell'inchiesta sull'architettura in Cina in rapporto all'internazionalizzazione (con l'ossimoro del riferimento a modelli internazionali con attenzione alla sfera locale!), vediamo poi se Pinault e la sua Collezione d'arte stavolta ce la faranno a insediarsi nella "sua" Parigi, dopo i fiaschi dell'affaire Ile Seguin.
A casa nostra, registriamo con piacere l'impegno di una Regione, la Toscana, per la valorizzazione dell'architettura recente (ruolo che una volta era giocato, proprio in chiave regionale, da alcune sezioni dell'IN/ARCH, oggi asfittiche se ancora esistenti). Mentre un protagonista del Liberty come Giuseppe Sommaruga, per le ricorrenze centenarie meritava qualcosa di più di due mostricine abborracciate con quattro pannelli in croce…
Infine, proponiamo il confronto tra due libri i quali "osano" occuparsi di un tema che in questi ultimi tempi pare quasi un tabù: la teoria del progetto.
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