Archivio news
ALTRE COMUNICAZIONI
Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 154. Siamo nella melma
08/11/2018
Gli eventi meteorologici delle ultime settimane ci fanno deflettere dal commento di quanto Vi proponiamo di seguito, per tornare a quello che potrebbe essere un copia/incolla del "solito" pistolotto che pubblichiamo in circostanze simili. Neppure il motto tradizionalmente attribuito al re di Francia Luigi XV, «Après moi le déluge», funziona più in quest'epoca di cambiamenti climatici conclamati: i diluvi, con tutti gli annessi e connessi, ce li stiamo ripetutamente buscando già noi, non le generazioni a venire, in un Paese in cui l'abusivismo è quasi prassi, tanto prima o poi (in genere prima) arriva un condono. Ma, si sa, la politica delle sanatorie attira popolarità e consensi, a differenza di quella delle manutenzioni e dei monitoraggi (il caso del ponte Morandi è solo il più eclatante). Ci stava provando Italiasicura, la struttura di missione messa in piedi dai precedenti governi, smantellata in luglio dall'attuale. Vedremo se, contro il dissesto idrogeologico, ce la farà il Ministero dell'Ambiente, subentrato alla struttura di missione, con il "Programma stralcio manutenzioni", un piano pluriennale da 6 miliardi, con stanziamenti triennali da 900 milioni (mentre Italiasicura avrebbe avuto la disponibilità immediata di un prestito BEI da 1.150 milioni).
Tuttavia, per la tutela del territorio l'asticella andrebbe alzata, ben oltre la messa al bando dell'abusivismo (che già sarebbe tanto, vista la rilevanza quantitativa del fenomeno se, stando ai dati del CRESME, si tratta di 20.000 case all'anno, per un'incidenza di 20 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate). Lo stimolo giunge da Paolo La Greca, presidente della sezione Sicilia dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, il quale in una nota afferma non solo la necessità di stabilire, per la pianificazione a venire, vincoli di inedificabilità assoluta in aree a rischio, ma di avere anche il coraggio, in taluni casi, di stralciare le aree edificabili dei piani urbanistici vigenti.
Sarebbe bello, invece che dell'«abusivismo per necessità», cominciare a ragionare di «esproprio per pubblica sicurezza». Fantascienza? Certamente, però...
Collegamenti: