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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 184
20/06/2019
Nella settimana di pubblicazione della legge di conversione del cosiddetto Decreto sblocca-cantieri (che, nel suo orientamento verso la deregulation, i subappalti e i ribassi, non sappiamo come possa tutelare la qualità del costruire), andiamo a Rimini, per vedere come, attraverso il Piano strategico, la città lavori sull'orizzonte dei prossimi vent'anni per coltivare vocazioni specifiche e già presenti, al di là dell'immagine effimera del consumo turistico a buon mercato.
Da Parigi invece riportiamo l'operazione Clichy-Batignolles: un brano di città da 54 ettari, con tanto di parco, costruito con una forte regia pubblica e il collaudato strumento delle ZAC (Zone d'Aménagement Concerté). Vista la destinazione precedente dei siti, ex ferroviari, l'intervento si presta come referenza per ingenti casi italiani, la cui auspicata trasformazione è da tempo sul tappeto: dall'areale ferroviario di Bolzano alla dibattutissima vicenda degli ex scali a Milano.
A Venezia, poi, se il restauro delle Procuratie Vecchie è già in cantiere, ancora poco trapela dai misurati (e un po'... "surgelati") render rilasciati dallo studio di David Chipperfield: di certo, l'intervento per Generali sarà, fatalmente, assai più understated rispetto alla vena pop che connota quello griffato OMA per Benetton al Fondaco dei Tedeschi.
Infine, il virtuoso concorso, che vede il coinvolgimento degli studenti, per l'ampliamento della Liverpool School of Architecture, apre una finestra sull'edilizia universitaria britannica, la cui quasi esasperata competitività interna si gioca sul binomio offerta didattica/qualità architettonica. Quanto è lontana l'Italia dalla perfida Albione...
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