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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 190
05/09/2019
Dopo la pausa estiva, ripartiamo con alcuni report dalle capitali europee.
A Berlino, la James Simon Galerie firmata da David Chipperfield rivela l'importanza del superfluo, quando si tratta di spazi che fungono da eloquenti apparati di rappresentanza. Sarà, come ha ferocemente ironizzato la stampa internazionale, che sono stati spesi «134 milioni per nient'altro che un guardaroba», ma, forse, per quel sancta sanctorum della cultura che è la Museumsinsel, l'esborso valeva la pena.
E, mentre a Londra capita che i meccanismi dell'affermazione architettonica possano declinarsi attraverso l'ormai consolidato palcoscenico dei padiglioni temporanei estivi, a Madrid, un lord inglese che risponde al nome di Norman Foster, mostra come si autoalimenta una fama già oltremodo consolidata, attraverso le attività dell'omonima Fondazione, a metà tra museo, archivio, centro studi e fucina d'idee.
Infine, ad Atene abbiamo misurato la "tenuta" di un progetto tra i più a-contestuali (almeno dal punto di vista formale) e controversi: quel Museo dell'Acropoli firmato Bernard Tschumi che continua a mietere successi di pubblico e che, nell'occasione del decennale, valorizza il sito archeologico su cui fonda le sue possenti colonne da... terminal aeroportuale.
Sempre in tema di capitali, poi, Jacopo Gresleri traccia un bilancio parziale di Matera 2019, riflettendo sulla produzione culturale nel rapporto tra consumo degli eventi effimeri e permanenza del lascito, da valutare anche rispetto al format della "Capitale europea della cultura" che, magari, a 34 anni dall'esordio, si potrebbe anche rivedere.
In conclusione, facendo uno strappo alla deontologia che c'impone la presa di distanza del cronista rispetto ai contenuti, abbiamo affidato il ricordo di Cristiano Toraldo di Francia a un suo amico e compagno di percorso; così, Adolfo Natalini ci ha restituito - insieme a un disegno realizzato ad hoc - un ritratto intimo e... una confessione.
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