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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 193
26/09/2019
A Dessau, luogo mitico delle avanguardie progettuali "dal cucchiaio alla città" tra le due guerre, l'architettura piuttosto deludente - per non dire imbarazzante - del Bauhaus Museum, appena inaugurato nel centenario di fondazione della scuola voluta da Walter Gropius, induce alcune riflessioni. Da un lato, sull'edificio, incapace di stabilire alcun dialogo con il luogo e con un'eredità che pesa come un fardello. Dall'altro, sulle selezioni dei materiali in mostra, in sé ovviamente straordinari, ma avulsi da qualsiasi inquadramento storico e sociale. Una reticenza, quella sull'aspetto "politico" della vicenda che, se è comprensibile in questi tempi di ombre, non è comunque giustificabile.
C'è più coraggio, talvolta, in aree marginali. A Valparaiso, ad esempio, dove si scoprono chicche di architettura, sorta di agopunture per la rigenerazione urbana, che si auspica vengano sostenute da un'adeguata pianificazione. Oppure nella ricerca progettuale praticata come "resistenza", evidenziata delle realizzazioni promosse dall'IN/Arch in Sardegna negli ultimi anni.
Infine, va rilevata la vicenda della bocciatura dell'intervento a impatto (quasi) zero, pensato da Eduardo Chillida per le Canarie, nel ventre di una montagna già comunque violata da una prolifica e lucrosa cava: segno di vera o falsa coscienza ecologista?
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