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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 205. La città informale e altre storie
19/12/2019
Ci congediamo da Voi per il 2019 con una mini-inchiesta, accendendo i riflettori su un tema di cui vorremo ancora parlare in futuro. La città informale non è un tema marginale, visto che un miliardo di persone vivono in slums, barrios, favelas o bidonvilles. È un fenomeno globale che ci riguarda sempre più da vicino e che non concerne solo la città fantasma dei migranti a Calais, in attesa di tentare di attraversare la Manica in qualche modo. Altre tendopoli, inattese e semi-permanenti, convivono gomito a gomito con gli edifici delle nostre città-salotto; come, ad esempio, la homeless city lungo i marciapiedi, a due passi dall'agiata downtown di Los Angeles, laddove luccica la silhouette della Walt Disney Concert Hall, griffata Frank Gehry. La città informale è un argomento che, nel confronto con la macro-scala dei problemi ad essa sottesi, mette ancor più in crisi le già striminzite certezze delle professioni del progetto: dall'architettura alla pianificazione urbana, al governo del territorio. È per i nostri Paesi, cosiddetti "civili", innanzitutto un problema di dignità: basti pensare all'Hotspot di Lampedusa per la cosiddetta accoglienza dei migranti, dove neppure l'«architettura» dei diritti umani e giuridici è garantita, figuriamoci quella che concerne gli ambienti di vita...
Molti degli altri articoli trovano invece in Milano un denominatore comune: città di Antonio Monestiroli che è passato avanti; città dei miracoli (economici e non solo) cui la «Domus», che il prossimo anno sarà guidata dall'impeccabile quanto algido David Chipperfield, dedica un numero monografico; città opulenta che però non sa salvare dall'abbandono un capo d'opera come l'Istituto Marchiondi dell'autoctono Vittoriano Viganò, neppure nel centenario della nascita; città che omaggia Leonardo con un nuovo allestimento del Museo Scienza e Tecnologia che rilegge i documenti attraverso i son et lumiere.
Insieme alla buona lettura, Vi auguriamo anche buone festività natalizie e un sereno 2020. Noi ritorniamo il 9 gennaio.
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