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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 206
09/01/2020
Dopo la pausa natalizia ripartiamo dalla Cina, indagando il tema dell'architettura museale. Negli ultimi anni, anche in quest'ambito, i numeri del gigante asiatico annichiliscono ogni confronto: una media annuale di 100 nuovi musei, con la punta di 451 inaugurazioni nel 2012 (più di una al giorno). Il problema è che, nella maggior parte dei casi, trattasi di scatole vuote; oggetti di macrodesign, dal fascino un po' inquietante, che si ergono nel nulla o, meglio, al centro di nuove urbanizzazioni, anch'esse ancora tutte in attesa di vita. Insomma, precedenza al marketing dell'immagine, poi qualcosa succederà... Fortunatamente, ci sono anche microsegnali opposti: come per il museo di Wenzhou, dove il programma culturale che lo sottende è più rilevante rispetto a quello edilizio.
La Cina dedica anche un omaggio in grande stile a Jean Nouvel con una mostra d'effetto che, una volta tanto vivaddio, non è massimalista, bensì basata sulla selezione di sole sei opere. Cogliamo così l'occasione per fare il punto sull'approccio al progetto da parte dell'architetto francese. E, a proposito di grandi francesi, con piacere ci occupiamo della straordinaria Charlotte Perriand, a cui finalmente Parigi dedica una grande mostra per riconoscerle il posto, in quell'olimpo quasi tutto maschile di progettisti capaci di tenere insieme le varie scale dall'oggetto all'edificio, che pienamente le spetta.
Infine, rimanendo sul tema delle grandezze, alcune considerazioni di Aldo Norsa in merito alle graduatorie delle società di progettazione italiane: talvolta, eccellenti ma dall'assai modesta massa critica.
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