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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 226
28/05/2020
L'auspicato ritorno alla normalità non può esimerci dal guardare alla condizione (speriamo quanto mai transeunte) del distanziamento fisico come occasione per riflettere su temporanee riconfigurazioni degli assetti spaziali: ad esempio, a metà tra provocazione e visioni dell'immaginario artistico e architettonico, le "Supersuperfici" per gli stabilimenti balneari. E mentre Gilles Clément, da sinistra, lancia appelli per un ritorno della ruralità a chilometri zero, sarebbe già tanto se tutti noi sapessimo dimostrarci sufficientemente attenti all'ambiente da non disperdervi i dispositivi di protezione individuale (il WWF stima che se anche solo l’1% delle mascherine e guanti venisse smaltito non correttamente, ciò si tradurrebbe in un inquinamento da 40 tonnellate di plastica al mese).
Esplorando invece le frontiere del lavoro degli architetti, registriamo positive ricadute nella definizione dei layout dei presidi sanitari per la gestione dell'emergenza Covid in giro per il mondo. Riuscire a fare meglio con meno e in tempi brevi è una lezione quanto mai attuale. Il caso dell'ospedale allestito nell'ex Fieramilano sta proprio agli antipodi: costi esorbitanti e tempi di realizzazione tutt'altro che rapidi per un reparto di terapia intensiva da centinaia di posti letto che al massimo ha ospitato una ventina di degenti. Mentre all'ospedale di Alba-Bra neppure il Covid è riuscito a dare lo scossone: per entrare pienamente in funzione, il "nuovo" ospedale (progettato oltre 10 anni fa...) attende ulteriori collaudi. Vedremo se cambierà qualcosa con l'annunciato Decreto semplificazioni e appalti; proprio lo snellimento burocratico è stato tra le invocazioni più insistenti della maratona "Architetti per il futuro", messa in piedi dal CNAPPC per 24 ore no stop lo scorso fine settimana.
Infine, mentre nella demolizione del Teatro nazionale di Tirana non si capisce a chi dar ragione tra favorevoli e contrari, il nuovo quartiere Werksviertel a Monaco di Baviera, sacrificando certo qualcosa sul piano dell'eleganza e coerenza formali, dà l'impressione di essere in sintonia con i tempi, restituendoci un'immagine di città più coesa e accessibile.
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