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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 248
03/12/2020
L'ultimo prestigioso riconoscimento, conferito a David Adjaye, ci fornisce l'occasione per presentare un raffinato protagonista del panorama architettonico internazionale, il quale, non disdegnando virtuosismi o eclettismi, dimostra originalità nell'ibridare linguaggi e suggestioni ancestrali.
Veniamo poi a casa nostra, attraverso tre cartoline dai territori. La prima inquadra la provincia felix di Ragusa che, nelle imprenditorialità legate alla filiera edilizia, nella qualità ambientale e nell'offerta culturale legata alla valorizzazione del patrimonio costruito, solleva il morale rispetto al resto della Sicilia.
Le altre due cartoline ci giungono dalle Marche. Così, se a Camerino l'Accademia della musica, voluta dalla Fondazione Bocelli, si fa segno tangibile di fiducia per una ricostruzione che, a 4 anni dal sisma, ancora stenta a trovare i bandoli della matassa, a Metaurilia scopriamo le "aree interne" con vista mare, attraverso una narrazione storica caparbiamente ricostruita dal basso e sul posto, che diventa occasione di auto-consapevolezza.
Infine, con due interviste proseguiamo il nostro dibattito-inchiesta sugli archivi di architettura. Mirko Zardini, dall'alto della sua esperienza di lungo corso, ne sollecita la capacità di produrre e diffondere conoscenza. Manon Janssens (nell'ambito di una firm che continua a restare al top anche a 4 anni dalla scomparsa della sua indimenticata protagonista) pone l'attenzione sul passaggio dall'analogico al digitale. D'altronde, se pensiamo che i file
inerenti l'intero processo di progettazione e costruzione del Phaeno Science Center a Wolfsburg (prima opera esclusivamente concepita dallo studio di Zaha Hadid attraverso procedimenti digitali) sono 43.800, qualche questione di natura euristica, gli storici dell'architettura del prossimo secolo, dovranno porsela...
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