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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 284
16/09/2021
Non di sola Milano Design Week vivono gli architetti. Così, se riportiamo, seppur in sintesi, le impressioni di un Salone con il freno a mano inevitabilmente tirato, e di un FuoriSalone che, scremando la quantità, ha forse offerto spunti più interessanti rispetto al passato, scopriamo che c'è molta altra carne al fuoco.
Tiene banco il restauro del moderno, posto di fronte a due capi d'opera. In entrambi i casi, per la Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe a Berlino e per il complesso monumentale Brion di Carlo Scarpa a San Vito d'Altivole, l'approccio filologico ha trionfato: grazie alla competenza, ma anche all'umiltà dettata da una venerazione quasi religiosa nei confronti dei maestri. E se la cosa poteva risultare scontata nel caso trevigiano, visto che Guido Pietropoli è stato diretto allievo scarpiano, meno deferente avrebbe potuto risultare l'atteggiamento di una star come David Chipperfield al cospetto di Mies. E, sempre a proposito d'interventi notevoli su capolavori del Novecento che hanno preservato la loro funzione, va segnalata l'assegnazione del premio “Sustained uses”, durante la 16ª conferenza internazionale Docomomo tenutasi a Tokyo l'1 settembre, alla cartiera Burgo di Pier Luigi Nervi a Mantova; grazie al progetto dei trevigiani Massimo Narduzzo e Giuseppe Ruscica, con la società Crea.Re, l'impianto, realizzato nel 1961 e dichiarato bene culturale dal Mibac nel 2016, è tornato in funzione l'anno scorso.
Infine, ci spostiamo a Pesaro, per tracciare la prima parte del ritratto di una città che, magari senza episodi eclatanti e con alcuni nodi da sciogliere, sembra aver intrapreso un reale processo di rigenerazione urbana.
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