Archivio news
ALTRE COMUNICAZIONI
Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 341
01/12/2022
Sembra che ormai non si possa parlare di rigenerazioni urbane senza accludervi - anche retoricamente - una massiccia iniezione di verde (intorno, sotto, addosso e dentro gli edifici), come dimostrano i recenti aggiornamenti che ci giungono da Milano. Salvo poi farsi sorgere il dubbio che simili mirate rigenerazioni, così ben congegnate, servano a distrarre l'attenzione da una quantità inversamente proporzionale d'interventi che, altrove, nella città medesima e privi di qualità, generano consumo e impermeabilizzazione di suoli.
Forse, allora, merita guardare con interesse ai processi di riattivazione dal basso che innervano le azioni di "redenzione" di un quartiere "dannato" come le Piagge a Firenze (secondo modalità ben distanti da quelle presentate la scorsa settimana riguardanti l'ex Manifattura tabacchi), o quelle di salvataggio delle aree interne marchigiane, depresse dalla mai risolta condizione post-sismica. Con, in quest'ultimo caso, una nota positiva, che ritorna come elemento di speranza nella casistica della nostra inchiesta: gli interventi debbono essere principalmente destinati a una riabitazione almeno pseudo-stabile dei luoghi, e non tanto a un turismo che, quasi sempre, presenta i caratteri del "mordi e fuggi".
Non era certo depresso l'entroterra lagunare della Serenissima, che, anzi, ha rappresentato il fertile "terreno di coltura" entro il quale sono germinate le fabbriche (mai termine fu più appropriato nella sua polisemia) palladiane, come ben rivela un'interessante mostra del Cisa Palladio a Vicenza.
Collegamenti: