Proprio mentre sulla scena dell’Unione Europea è stata approvata, non senza contestazioni, la comunque imprescindibile Direttiva Case Green sull’efficientamento energetico delle abitazioni per i prossimi decenni, apriamo un’inchiesta sul diritto alla casa, a cura di Michele Roda. Sì, perché il paradosso che ci si para innanzi è che se, da un lato, avremo per legge case sempre più tendenti alla classe A, dall’altro le stesse saranno sempre meno accessibili ad un numero crescente di persone, o magari resteranno, per tempi più o meno lunghi, vuote. Come vuote sono, con percentuali allarmanti, molte dimore (di qualsiasi livello) in vari capoluoghi italiani, per via delle distorsioni di un mercato che, senza correttivi esterni, sarà forse libero, ma è tutt’altro che etico. Questo, a fronte di una conclamata crisi, almeno nel nostro paese, del ruolo che aveva ricoperto, fino a qualche decennio fa, l’edilizia residenziale pubblica. 

Come minuscola consolazione, a partire dai fronti ciechi di case di quartieri popolari, a Pisa (come già fu al Borgo Campidoglio di Torino fin dal 1995) si può fruire un percorso di arte urbana a cielo aperto che, ormai definitivamente, sdogana la Street Art da fenomeno border line ad occasione di rigenerazione urbana ed inclusione identitaria. Lo stesso compito che, secondo un convegno internazionale a Bologna appena concluso, si deve porre oggi il progetto delle chiese, o dei complessi interreligiosi, quali poli di aggregazione urbana, ancor prima che capisaldi di un qualsiasi credo. 

Infine, nella ricorrenza del 50° della scomparsa, scopriamo perché è ancora così attuale il lascito di Louis Kahn: non solo per la solenne a-temporalità delle sue opere ma, anche, per una certa imperscrutabilità del suo pensiero.