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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 450
04/04/2025
Le cronache, anche drammatiche, di questi giorni ci parlano di edifici alti. Dei loro simbolismi, delle loro contraddizioni, delle loro tecnologie.
Il terremoto con epicentro in Myanmar ha portato distruzione in città e paesi. Hanno colpito l’immaginario soprattutto i crolli di edifici alti. Non solo quelli moderni (tra questi, un grattacielo di 30 piani in costruzione a Bangkok: una storia che pare segnata da molte negligenze e lati oscuri) ma anche alcuni emblemi della tradizione costruttiva locale. Ne parliamo attraverso le vicende del Palazzo di Mandalay. Dietro quelle torri con struttura in legno, che nelle foto vediamo accartocciate, c’è un patrimonio di conoscenze e di esperienze che dovrà guidare la ricostruzione.
Altre torri sono quelle della patria del grattacielo moderno, Manhattan. È mancato David Magie Childs. Aveva la stessa età di Pierluigi Nicolin (anche lui scomparso negli stessi giorni, architetto indisciplinato, come lo definisce Sara Protasoni nel nostro obituary). Childs ha progettato il One World Trade Center, il grattacielo (più alto degli States, nella top ten al mondo) che ha sostituito – a proposito di simbolismi e di distruzioni – le Torri Gemelle colpite l’11 settembre 2001.
Per anni ha guidato Skidmore, Owings & Merrill, lo studio che ha progettato anche, a Milano, l’ormai completato (e molto criticato, per una qualità estetica non particolarmente ricercata) Villaggio Olimpico di Porta Romana. Parleremo nelle prossime settimane di questa Milano che, pur scossa dalle inchieste giudiziarie, si appresta gioiosamente ad ospitare Salone e Fuori Salone. Intanto, celebriamo i 65 anni di quello che è, a buon diritto, il primo vero grattacielo italiano, il Pirelli di Gio Ponti, raccontato da Laura Milan nel decimo podcast della nostra serie.
Ma il Myanmar è, sisma a parte, simbolo anche di orizzonti politici instabili e preoccupanti. Delle relazioni tra progetto, democrazie e autocrazie scrive - in una lettera che pubblichiamo con l’obiettivo di favorire un dibattito sul tema - Romeo Farinella. Raccontiamo poi una mostra di design (in legno) a Piacenza e leggiamo i primi numeri della “Domus” diretta, per il 2025, da Bjarke Ingels.
E apriamo una finestra sul Giappone. Con l’articolo di Luigi Urru, pieno di suggestioni e di riferimenti culturali, ci avviciniamo all’Expo di Osaka (inaugurazione tra 10 giorni, visitabile fino a ottobre). Occasione imperdibile per raccontare un paese e una cultura che ha sempre affascinato l’architettura occidentale. E continua a farlo, con rinnovata intensità, a giudicare da interesse e flussi crescenti di visitatori.
Michele Roda, direttore
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