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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 451
10/04/2025
Architettura e democrazia. Autocrazia e città. Con l’articolo di Romeo Farinella, la scorsa settimana abbiamo aperto una riflessione su tematiche che danno forma, fisica, ai nostri habitat.
Viaggiando verso est, approfondiamo questo tema. La prima tappa è Istanbul, raccontata nei mesi in cui l’ulteriore stretta repressiva del presidente Recep Tayyip Erdo?an ha portato all’arresto del sindaco Ekrem ?mamo?lu con accuse di corruzione e terrorismo. Al di là della questione politica, sembra emergere il contrasto ad una visione urbana di apertura e di inclusione, che Gülistan Berber ci descrive nel suo articolo. Obbliga a riflettere il fatto che siano stati arrestati anche Mahir Polat, suo stretto collaboratore e architetto, e alcuni tecnici impegnati sui progetti che dovrebbero trasformare l’identità stessa della città.
Identità che, per un’altra città complicata come Gerusalemme, si fonda su una legge che obbliga(va) ad utilizzare la pietra locale per le facciate dei nuovi edifici. Un recente film, Rule of Stone, offre a Renato Bocchi l'occasione per scrivere del ruolo dell’architetto e dell’architettura nei confronti del potere politico e del rapporto tra istanze etiche ed estetiche.
Dopo una sosta nel Giappone dell’Expo (inaugurazione domenica ad Osaka) torniamo in Italia, nella Capitale. Parlando di spazio pubblico e di (vecchi e chiusi) cinema. Una legge regionale in discussione apre la strada a interventi che comprometterebbero un patrimonio di architetture, ma soprattutto di identità sociale. Ne hanno parlato in tanti, a partire da Renzo Piano, con un appello che è arrivato anche a Hollywood. Nei giorni in cui si costituisce formalmente il Comitato SOS Cinema e si svolgono convegni, Paolo Verdeschi racconta per noi iniziativa ed obiettivi.
Infine Milano. Sono i giorni della Design Week: il Salone del Mobile è aperto fino a domenica, per il Fuorisalone si prepara il solito delirante weekend da tutto esaurito nelle centinaia, probabilmente l'approssimazione è per difetto, di eventi, presentazioni, feste e amenità varie. In attesa di restituire il meglio e il peggio di quanto troveremo, raccontiamo questo “strano” momento per la città lombarda.
Con il podcast di Arianna Panarella e l’articolo di Alessandro Colombo sui dieci anni di due edifici simbolo come Bosco Verticale e Fondazione Prada, proviamo a capire come un modello che pareva dovesse insegnare all’Italia tutta come si fa architettura, urbanistica e città sia improvvisamente diventato emblema di malagestione e malaffare, anche nelle critiche di tanti che l’hanno sostenuto e promosso fino a ieri.
Con inchieste giudiziarie, cantieri bloccati, amministrazioni ingessate, gentrificazione galoppante, Milano è in mezzo ad un brutto guaio. Dopo l’aperitivo al Fuorisalone, serve (pre)occuparsene.
Michele Roda, direttore
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