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ilgiornaledellarchitettura.com per: Mantovarchitettura XI edizione
18/06/2024
L’XI edizione della manifestazione organizzata dal Campus di Mantova del Politecnico di Milano si è chiusa il 7 giugno con 63 eventi, 170 ospiti, 4 mostre, 40 conferenze, oltre 6.000 spettatori, 13.000 account e 150.000 impression
MANTOVARCHITETTURA si è conclusa il 7 giugno, dopo un mese di mostre, convegni lezioni e conversazioni aperte a professionisti e appassionati, che hanno potuto seguire gratuitamente questa manifestazione internazionale ideata nel 2012 da Federico Bucci per portare al Politecnico di Milano, Campus Mantova, i temi della Cattedra UNESCO in Architectural Preservation and Planning in World Heritage Cities.
63 eventi, 170 ospiti, 4 mostre, 40 conferenze, oltre 6.000 spettatori, 13.000 account e 150.000 impression sono i numeri di questa XI edizione dedicata al tema “Arte del fare: storia, memoria e contemporaneità” che ha stimolato relatori, studenti e pubblico a riflettere su progetto architettonico, tradizione e memoria.
Come ogni anno, la città ha accolto MANTOVARCHITETTURA nei luoghi più significativi: Palazzo Te, Casa del Mantegna, Tempio di San Sebastiano, ex Chiesa della Madonna della Vittoria e Teatro Bibiena, e valicato i confini provinciali arrivando fino al Centro studi e archivio della comunicazione di Parma (CSAC) e al Teatro Filarmonico di Verona, nella splendida cornice della Sala Maffeiana.
Quattro le mostre ideate e progettate dalla squadra del Polo di Mantova del Politecnico:
• Paolo Zermani. Il nuovo nell’antico, allestita presso il Tempio di San Sebastiano
• Andrew Berman. Discreet Architectures, che presenta il lavoro dell’architetto newyorkese al piano terra dell’antica casa di Andrea Mantegna
• “Le parole dipinte”. L’architettura di Luigi Moretti negli scritti di Federico Bucci, sviluppata in un doppio dialogo tra storia e architettura nell’aula dell’ex chiesa della Madonna della Vittoria e frutto della collaborazione con il Centro Studi e Archivio MAXXI
• Habitar la ‘Isla Blanca’. Interpretaciones de la arquitectura ibicenca, organizzata negli spazi mostre del Campus di Mantova in collaborazione con la Escola Tecnica Superior d'Arquitectura de Barcelona (ETSAB) e il Demarcació d’Eivissa i Formentera del Collegi Oficial d’Arquitectes de les Illes Balears (COAIB)
Quaranta conferenze tra architettura italiana e presenze internazionali, tra cui:
• George Arbid, fondatore e presidente dell’Arab Center for Architecture che si occupa di documentazione e conservazione del patrimonio architettonico nel mondo arabo e che per prima ha portato l’attenzione internazionale sul modernismo di quella parte del mondo
• Sandra Barclay e Jean-Pierre Crousse che progettano unendo la lezione dei maestri del Novecento con le culture costruttive del Perù
• Anupama Kundoo che prosegue la sua ricerca progettuale sulle radici premoderne della sostenibilità, unendo i materiali e le tecniche della tradizione indiana con il linguaggio architettonico contemporaneo
Non sono mancate le contaminazioni tra architettura e arti, come gli incontri coordinati da Gianni Biondillo e dedicati alla letteratura Noir, e il travolgente “Concerto in undici stanze” che ha fatto ballare un Teatro Bibiena strapieno sulle note di una selezione di brani tra architettura e improvvisazione Jazz. E “MANTOVARCHITETTURA for kids”, che ha portato i bambini e le bambine della scuola primaria Pietro Pomponazzo a fare le prime riflessioni sulla città, sul disegno, sul concetto di misura e fare una prima visita - reciprocamente emozionante - tra le mura del campus universitario.
In chiusura, la parata architettonica degli studenti in centro storico
Infine la parata architettonica, con cui gli studenti, i veri protagonisti di questa XI edizione, hanno invaso il centro storico, nel solco delle memorie carnevalesche rinascimentali della città dei Gonzaga, e allestito una grande festa urbana.
Un padiglione ligneo su ruote, costruito da quaranta studenti e studentesse nel workshop intensivo dell’ultima settimana, ha guidato questa festa di strada che, tra colori, forme e musica, ha celebrato il desiderio di dialogo - oggi necessario più che mai - sulla città, la pluralità, le forme della coesistenza e ha salutato Mantova con un festoso arrivederci al 2025.
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