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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 414
20/06/2024
Abbiamo fatto due passi a Parigi a poco più d’un mese dall’apertura delle Olimpiadi 2024. Vedremo se questo evento globale, che sta mettendo a soqquadro la capitale francese, “vampirizzandola” come iperscenografia, saprà scrivere - al netto dei problemi logistici - un nuovo capitolo della storia degli allestimenti effimeri.
Sempre a Parigi, la mostra “Natures Urbaines” offre, seppure con la consueta visione un po’ troppo franco-centrica, spunti di lettura sul rapporto natura/città/spazio pubblico applicabili anche alla recente trasformazione di Prato, che ha saputo reinventarsi uscendo dalle secche di un glorioso passato industriale, in gran parte tramontato (come, invece, non hanno saputo fare altri centri ex lanieri italiani, ad esempio Biella).
Restiamo in Toscana per registrare gli esiti del premo all’architettura che, nella categoria ex novo, assegna la palma a una cantina vinicola, allineandosi in questo alla scelta del riconoscimento nazionale assegnato da Triennale e MAXXI; evidenza tangibile di un ramo di committenza particolarmente florido, ma, anche, segno di un’«amnesia» in altri ambiti ben più cruciali, come l’abitare.
Infine, apprezziamo che Ferrara abbia restituito una dimora degna per la memoria di Michelangelo Antonioni, mentre vacillano le nostre certezze di fronte alla compromissione del Bauhaus col regime nazista, come documentato dalla mostra di Weimar. La devastante neutralità della tecnica, come ci aveva già ricordato il compianto Jean-Louis Cohen, può portare anche all’aberrazione della «razionale» pianificazione dei lager…
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