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Il Futuro dell'Architettura e dell'Ingegneria in Italia: Opportunità e Sfide
15/01/2025
Ci troviamo in un momento cruciale per il mondo dell’architettura e dell’ingegneria in Italia. Dopo la conclusione dei super bonus edilizi e con i progetti del PNRR ormai in piena fase di realizzazione, stiamo attraversando una fase di transizione che pone molte sfide, ma anche nuove opportunità.
Il dibattito legislativo si concentra su temi fondamentali: dal Piano Casa Italia alla rigenerazione urbana, fino al recepimento delle direttive europee. Tra le prospettive più stimolanti, c’è anche quella di coinvolgere le imprese italiane nella ricostruzione di infrastrutture in Ucraina e a Gaza.
Ma come possiamo promuovere la qualità architettonica e garantire la sostenibilità delle opere pubbliche in un contesto così complesso?
La risposta passa da procedure di affidamento trasparenti eque, capaci di valorizzare giovani professionisti e piccole e medie imprese, favorendone l’integrazione con le realtà più strutturate.
Un passo importante in questa direzione è stato compiuto con il Decreto Correttivo del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 209/2024), pubblicato il 31 dicembre 2024.
Gli Ordini degli Architetti, fin dall’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti, hanno lavorato per migliorarne i contenuti, portando avanti istanze fondamentali per la categoria.
Il Decreto Correttivo riflette alcuni di questi risultati, introducendo novità significative, tra cui:
• Divieto di prestazioni gratuite (Art. 8): una tutela fondamentale per il lavoro dei professionisti.
• Requisiti di fatturato ridotti (Art. 32, comma 1): ora il fatturato richiesto non può superare il doppio del valore stimato dell’appalto, con un periodo di riferimento di 10 anni.
• Soglia BIM innalzata (Art. 43, comma 1, lettera b): il limite per l’applicazione del BIM nei progetti è passato da 1 a 2 milioni di euro.
Questi interventi rappresentano un passo avanti concreto per garantire maggiore partecipazione dei piccoli e medi studi professionali alle gare pubbliche.
Nonostante queste migliorie, ci sono ancora aspetti critici. Ad esempio, il limite di sconto del 20% per progettazioni sotto i 140.000 euro (Art. 41, comma 15-quater) rischia di compromettere i compensi professionali, contraddicendo il principio dell’equo compenso.
Inoltre, i parametri di compenso professionale definiti nel DM del 17 giugno 2016 non sono stati aggiornati, nonostante l’introduzione di nuovi obblighi, come i Criteri Ambientali Minimi (CAM).
Un’altra questione aperta riguarda i concorsi di progettazione. L’art. 46 della L. 36/2023 non stabilisce soglie dimensionali né elenchi di opere pubbliche per cui i concorsi sarebbero obbligatori, rendendo difficile proseguire l’esperienza positiva dei concorsi PNRR per le scuole innovative.
Fortunatamente, le proposte legislative attualmente in discussione, come il DL 29/2024 e il DDL S. 1112/2024, mirano a rendere obbligatori i concorsi per tutte le opere pubbliche di rigenerazione urbana e rilevanza architettonica.
Questo cambiamento è essenziale per mettere la qualità progettuale al centro e offrire pari opportunità a giovani professionisti e piccole realtà.
Qualità progettuale: alcuni esempi
Un esempio virtuoso è il concorso indetto dall’Agenzia del Demanio per la riqualificazione della Manifattura Tabacchi a Torino, che ha valorizzato progetti di alta qualità.
Al contrario, l’Ospedale di Ivrea ha mostrato i limiti di una gara basata sull’offerta economicamente più vantaggiosa, con un ribasso del 51% che ha penalizzato la qualità del progetto.
Uno sguardo al futuro
Nonostante i passi avanti compiuti, c’è ancora molto da fare. È necessario aggiornare i parametri di compenso professionale, garantire compensi adeguati e definire con chiarezza l’obbligatorietà dei concorsi di progettazione.
Solo così sarà possibile costruire un sistema trasparente, equo e in grado di valorizzare le competenze, promuovendo un’architettura che metta al centro qualità e innovazione.
Il Consiglio dell'Ordine di Asti