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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 189. Eredità scomode
25/07/2019
Prima di congedarci per la pausa estiva, indaghiamo il tema del rapporto con le eredità scomode, a partire dall'ipotesi di allestire un museo del fascismo nell'ex Casa littoria di Predappio. Ora, complici anche avvicendamenti amministrativi, nel piccolo paese romagnolo, che diede i natali al duce e dove sono ricoverate le sue spoglie, la situazione sembra in stallo, con il rischio di effettuare un restauro dell'edificio, disconnesso da quella che sarà la destinazione futura. Il tutto, in un clima generale di pericolosi rigurgiti apologetici pseudo-storici, che dimostrano la nostra incapacità di fare i conti con un passato che non passa, senza saper porre un punto fermo. Solo così si può pensare a una vicenda finita che va interpretata, in modo da guardare alle sue vestigia come a documenti da contestualizzare e risignificare. Ma simili operazioni culturali richiedono tempo per articolare i pensieri, per spiegare, per capire, ricercare e confrontarsi. E tutto ciò non può avvenire nell'ipertrofico spazio di un - in genere banalizzante, se non distorto e offensivo - commento social.
Diamo poi qualche altro suggerimento per vacanze architettonicamente (più o meno) intelligenti. Rimanendo sul piano della risignificazione del passato, trovate una piccola geografia dell'hotellerie nelle ex carceri: soprattutto in Germania, dove un approccio assai "laico" - in certi casi al limite del cattivo gusto - ha dischiuso ai turisti molte porte blindate, mantenendone tuttavia le inferriate. Diversamente, nell'adiacente Austria, il museo di Krems potrebbe fare al caso di chi, sull'insuperato modello del Guggenheim di Bilbao, ama le forme plastiche della tettonica a prescindere da contenuti e allestimenti. Se, invece, volete inseguire il mainstream delle location frequentate da calciatori e starlette, suggeriamo vivamente la Dubai in salsa brasiliana di Balneário Camboriú, con l'incubo della foresta di quei grattacieli che, altrove, hanno fatto la fortuna e il tratto distintivo di César Pelli.
Infine, auguriamo buon lavoro al neopresidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, Michele Talia, che fa il punto sulla pianificazione italiana e ragiona sul ruolo dell'INU in quest'epoca di "disintermediazione" nei rapporti tra cittadini e vertici istituzionali.
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