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Il Giornale dell'Architettura - Newsletter 123
27/02/2020
Questa settimana Vi proponiamo la seconda e ultima parte della riflessione storiografica di Carlo Olmo in merito alle sue più recenti pubblicazioni; Vi presentiamo una parte delle proposte che parteciperanno al festival dell'architettura di Torino; Vi segnaliamo che c'è un bando per proteggere disegni e modelli attraverso il diritto d'autore; Vi raccontiamo che, mal comune mezzo gaudio, anche in Gran Bretagna c'è la bassa manovalanza del progetto, e ora qualcuno ha deciso di alzare la testa...
Tuttavia, invece di approfondire quanto sopra, prendiamo spunto dalla natura dei progetti di andOffice a Stoccarda - residenze destinate a fasce disagiate e a migranti - per una riflessione che esula dai contenuti di questa newsletter e si lega a fatti di cronaca. In giorni in cui la parte allarmista ed ipocondriaca dell'umanità sognerebbe d'essere murata viva in asettiche celle autosufficienti per timore dei contagi, veniamo a conoscenza della costruzione di altri muri, effimeri quanto ipocriti. Infatti, a margine dell'incontro, appena concluso, tra il premier indiano Modi e il presidente statunitense Trump, la Municipalità di Ahmedabad (dove vive ed ha molto costruito il Pritzker Balkrishna Doshi, e che annovera inoltre opere di Le Corbusier e di Louis Kahn) ha fatto erigere in tempi fulminei una cortina in mattoni alta due metri per proteggere "the Donald" dalla miseranda vista degli slums durante il suo tragitto dall'aeroporto a Delhi. Dalle feste alle parate, le scenografie sono sempre state parti integranti della celebrazione del potere; ma, almeno, erano sottese da veri e propri progetti di architettura. Qui, invece, ci siamo ridotti al maquillage posticcio della farsa.
Al di là dell'ironica constatazione che in India, almeno, Trump ha potuto godere del suo agognato bel muro, chissà che cosa ne avrebbe pensato Yona Friedman, il quale ha invece trascorso la sua vita a concepire città sospese in grado di travalicare confini...
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